A tu per tu nel Duomo dei senesi

 

duomodisiena

 

Per le domeniche 14 e 28 febbraio l’Opera del Duomo di Siena ripropone, dopo il successo delle passate edizioni, “Il Saloncino – Un tè all’Opera”. In queste occasioni sarà possibile con un ticket di € 5 a persona, assistere a conferenze inerenti specifici argomenti relativi alla storia del Complesso Monumentale e degustare pregiati tè provenienti da tutto il mondo in un’atmosfera che richiamerà i circoli culturali inaugurati da Vittorio Alfieri proprio all’interno del Museo dell’Opera.

Il Saloncino si svolgerà nella Cripta sotto il Duomo a partire dalle ore 16:00 e affronterà i seguenti temi:
14 febbraio Raffaele Argenziano : «Le raffigurazioni dei Santi patroni senesi nella liturgia tra il XIII e il XIV secolo»
28 febbraio Louis Pierelli e Gabriella Tonini: «Visita al cantiere di restauro del Pulpito di Nicola Pisano»

 

risvegli s'arte

 

Per i quattro sabato del mese di febbraio, l’Opera della Metropolitana propone invece «Risvegli d’arte». Con un ticket di € 5 a persona, nei giorni 6, 13, 20 e 27 febbraio, a partire dalle ore 10:30, verrà offerta nella cosiddetta «Cripta» sotto il Duomo una colazione di benvenuto che precederà una lezione di fronte a varie opere d’arte della cattedrale secondo il seguente programma:

6 febbraio Alessandro Leoncini «Le antenne di Montaperti nel Duomo di Siena»
13 febbraio Marco Ciampolini «Le pale d’altare del Duomo di Siena»
20 febbraio Marilena Caciorgna «Donatello, Mater Gratiae Mater Misericordiae»
27 febbraio Claudia Sensini «Le tarsie di Fra Giovanni da Verona nel coro del Duomo di Siena»

Gli eventi sono promossi dall’Opera della Metropolitana di Siena con l’organizzazione di Opera – Civita Group. Per Informazioni e prenotazioni 0577/286300 oppure opasiena@operalaboratori.com

 

Nel Primo Corridoio della Galleria degli Uffizi collocati due busti di epoca romana

Restaurati grazie alla generosità dell’associazione Guide Turistiche di Firenze.

restauro-busti-uffizi

Le due opere, un ritratto femminile erroneamente identificato per secoli con Lucilla, la moglie di Lucio Vero, e una testa maschile raffigurante un ignoto personaggio della fine del II secolo d.C., convenzionalmente identificato con Geta, appartengono al nucleo collezionistico più antico delle sculture degli Uffizi.

Il restauro è stato realizzato da Gabriella Tonini e Louis Pierelli consentendo di restituire a questi due splendidi esempi della ritrattistica del II secolo d.C., piena leggibilità. Il restauro non solo ha messo in condizione di recuperare i valori estetici dei due marmi, ma anche di approfondire la conoscenza delle vicissitudini che hanno subito nel corso dei secoli rivelando, nel caso del ritratto femminile, tracce di un’acconciatura più antica (testimoniata da una treccia che coronava la testa) di cui s’ignorava l’esistenza perché cancellata quasi interamente da una rilavorazione tardoantica della capigliatura.
Anche nel caso del cosiddetto ritratto di Geta, la ripulitura ha consentito di restituire visibilità alla tonalità brunita del marmo, conseguenza dell’esposizione della scultura all’incendio del 1762 che distrusse buona parte del terzo corridoio.

El-Nino c’è, ma fortunatamente l’Italia è lontana !

Non esiste attualmente nessuna certezza scientifica che metta in relazione questo fenomeno climatico periodico che si verifica nell’oceano Pacifico centrale e modifiche climatiche generali del pianeta.

In climatologia El Niño-Oscillazione Meridionale, conosciuto anche con la sigla ENSO (El Niño-Southern Oscillation), è un fenomeno climatico periodico che si verifica nell’Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, ma con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni. Il fenomeno provoca inondazioni, siccità e altre perturbazioni che variano a ogni sua manifestazione. Si ritiene anche che possa avere effetti su scala globale attraverso modificazioni della circolazione atmosferica in tutto il pianeta ma ad oggi non esiste certezza scientifica per questo effetto.

fonte: NASA/JPL-Caltech

fonte: NASA/JPL-Caltech

L’ENSO è un fenomeno che presenta una componente oceanica, chiamata El Niño o La Niña, il primo caratterizzato da un riscaldamento e la seconda da un raffreddamento delle correnti dell’Oceano Pacifico centro-orientale, e una componente atmosferica, chiamata Oscillazione Meridionale, caratterizzata da cambiamenti dei livelli di pressione nel Pacifico centro-occidentale. Le due componenti sono mutuamente accoppiate e reciprocamente coinvolte: quando è in corso la fase di riscaldamento delle acque (El Niño), la pressione del Pacifico occidentale è alta e quando è in corso la fase di raffreddamento delle acque (La Niña), la pressione del Pacifico occidentale è bassa.

Si parla di El-Nino quando la superficie della parte centrale dell’Oceano Pacifico manifesta un incremento della temperatura di almeno 0,5 °C per un periodo di tempo non inferiore ai 5 mesi. Se invece la temperatura è inferiore alla media stagionale di almeno 0,5 °C nello lo stesso periodo si è in presenza della fase opposta detta Niña. Sappiamo che il fenomeno è reale, che esiste da moltissimo tempo, anche se sembra proporsi con maggior frequenza e persistenza nella regione di origine, dove le ripercussioni climatiche sono effettivamente molto rilevanti. Dubbie sono invece le possibilità che ne possa risentire il clima su scala planetaria, giacché non si hanno riscontri sicuri su correlazioni dirette fra il riscaldamento abnorme della superficie marina ed alterazioni temporanee delle condizioni climatiche anche in località molto lontane. Non è cosa certa, in altre parole, se anche regioni come l’Europa e il Mediterraneo ad esempio possano subire effetti di un fenomeno tanto lontano, tipo estati torride .

A Firenze la mostra ”Carlo Portelli.Pittore eccentrico fra Rosso Fiorentino e Vasari” è aperta al pubblico dal 22 dicembre fino al 30 aprile 2016 presso la Galleria dell’Accademia.

La mostra, che espone circa cinquanta opere fra dipinti, disegni e documenti, oltre a valorizzare la pala dell’Accademia, consentirà al pubblico che affolla ogni giorno il museo di conoscere un artista noto solo agli specialisti e invece meritevole di essere apprezzato per la sua originalità, fantasia e capacità di tradurre in pittura concettose invenzioni, sul modello del Vasari.

Madonna con Bambino, San Giovannino e Santa Margherita 1565-74
La Galleria dell’Accademia annovera, nell’ampia rassegna della pittura fiorentina della Maniera dispiegata nella Tribuna del David, una monumentale pala con l’Immacolata Concezione di Carlo Portelli, datata 1566 e originariamente destinata alla chiesa di Ognissanti, che può, a giusto titolo, essere considerata il suo capolavoro. Il pittore, per quanto titolare di importanti commissioni e fra gli artisti attivi per le maggiori imprese medicee, non ha goduto sin qui di una grande fortuna critica.
Intorno a questa tavola visionaria e neo rossesca che scandalizzò lo storiografo Raffaello Borghini (1584) per l’esibizione sfacciata e irriverente delle nudità di Eva in primo piano, sono stati raccolti in una mostra tutti i dipinti attendibilmente ascrivibili al Portelli e, grazie a nuovi studi e ricerche intrapresi per l’occasione, è stato possibile definirne una volta per tutte il ruolo nel panorama della pittura fiorentina dell’età vasariana.

La mostra è a cura, come il catalogo edito da Giunti Editore, Lia Brunori e Alessandro Cecchi ed è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo della Toscana, la Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria dell’Accademia e Firenze Musei.

 

Cenni biografici.
Giunto a Firenze dalla natia Loro Ciuffenna in epoca imprecisata, si sarebbe formato, secondo il Vasari, nella affollata e sperimentata bottega di Ridolfo del Ghirlandaio e nel 1538 si era già iscritto alla Compagnia di San Luca o dei Pittori. L’anno dopo collaborava già col Salviati all’apparato per le nozze di Cosimo I con Eleonora di Toledo, portando a compimento un dipinto effimero con l’Incoronazione di Cosimo I di cui esiste il disegno preparatorio dello stesso Salviati al Louvre ed esposto in mostra.
Le imponenti pale d’altare da lui realizzate ed esposte in mostra documentano la sua attività. Dopo aver preso in affitto una bottega nel 1548, avrebbe dato inizio ad una intensa attività di pittore di soggetti religiosi, di cui danno conto le pale del 1555: Annunciazione di Loro, Disputa sulla Trinità di Santa Croce e Adorazione dei Pastori di San Salvi, queste ultime in origine nella chiesa di Monticelli.
Due anni più tardi licenziava il grandioso e affollato Martirio di San Romolo (come lo sono in genere le pale d’altare del Rosso), di cui è conservato al Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi uno studio preparatorio a matita rossa per la testa della fanciulla di profilo che figura nel dipinto e che è esposto in mostra, così come nel percorso dell’esposizione figurano le opere grafiche del Portelli che si conoscono, in genere caratterizzate da un inconfondibile segno filiforme, in punta di penna, che definisce sommariamente le figure.
Iscritto nel 1563 alla appena fondata Accademia del Disegno, lo sarebbe rimasto fino alla morte, nel 1574. In questi anni, accanto ad una produzione di pale d’altare come il Compianto di Loro del 1561, l’Immacolata Concezione del 1566, la Restituzione della Croce di Olmi del 1569, e il Cristo che predica con i Santi Giovanni Battista ed Evangelista e i committenti, di Colle di Buggiano del 1571, avrebbe soddisfatto le richieste di una committenza privata desiderosa di Sacre Famiglie (ora in musei stranieri o passate sul mercato) e Allegorie della Carità (Madrid, Arezzo e Firenze), cimentandosi con successo anche nel genere ritrattistico come testimoniano i dipinti di Chaàlis e il Ritratto allegorico e celebrativo di Giovanni dalle Bande Nere di Minneapolis, debitore del ritratto del condottiero di Giovan Paolo Pace degli Uffizi e di quello della Galleria Palatina restituito a Salviati, esposti accanto all’opera di Portelli.
Dopo aver lavorato all’apparato del 1565 per le nozze di Francesco de’ Medici e di Giovanna d’Austria, con pitture a Borgonissanti e all’arco al Canto della Paglia, avrebbe chiuso la sua carriera con la collaborazione all’impresa dello Studiolo del Principe in Palazzo Vecchio, di cui rimane testimonianza nel suo disegno raffigurante Alessandro Magno e la famiglia di Dario (GDSU)

 

Alle Reali Poste degli Uffizi Ercole diventa emblema della Riforma

Una maniera intelligente per divulgare il grande sforzo intrapreso per migliorare il sistema museale nazionale

Inaugurata a Firenze nella sala delle Reali Poste degli Uffizi la mostra ”La città di Ercole. Mitologia e politica”, quindicesimo appuntamento della serie “I mai visti”. Curata da Wolfger Bulst, con Francesca de Luca, Fabrizio Paolucci e Daniela Parenti, la mostra propone all’attenzione del visitatore ben 51 pezzi e resterà visibile fino al 31 gennaio 2016 e visitabile tutti i giorni (escluso il lunedì, Natale e Capodanno) dalle 10 alle 17, con ingresso libero.

Ercole 2

Ercole è il protagonista della mostra, qui celebrato per la sua forza straordinaria e per le sue gesta incredibili. La parte centrale della mostra affronta i temi delle fatiche, illustrati da incisioni, dipinti e altri oggetti d’arte, per poi illustrare temi iconografici specifici: il tema di Ercole al bivio fra il Vizio e la Virtù, l’eroe come oggetto di studio e documentazione da parte dell’antiquaria; la curiosa iconografia dell’Ercole gallico; il difensore delle muse, che protegge le arti dall’Avarizia dei mecenati, la loro più insidiosa nemica.
Infine, a documentare l’aspetto più umano e più fragile di questo grande protagonista dell’immaginario eroico dell’umanità, il momento della satira, quando la regina di Lidia, Onfale, lo obbliga a svolgere lavori domestici come filare la lana, appropriandosi della sua leontè (la pelle del leone, conquista della sua prima fatica) e della clava.
L’umanità riconosce ad Ercole la sua opera benefica, fino ad immedesimarlo con la personificazione stessa della virtù. Risulta quindi chiaro il motivo per cui nel Medioevo l’eroe entri a far parte del pantheon dei patroni di una Repubblica civica come Firenze, che lo include fra i simboli del governo, evocati in mostra da alcuni rari codici.
Cosimo de’ Medici, attento calcolatore dei più opportuni simboli propagandistici del potere ducale, assunse l’eroe come modello per rappresentare la virtù del principe. Ercole entrò così nella decorazione encomiastica del Palazzo della Signoria, nella principale piazza civica, nel giardino privato di Castello e addirittura nel sigillo del duca, anch’esso qui esposto. Dopo Francesco I, che lo celebrò nel privato della decorazione del suo Studiolo, dei soffitti del primo corridoio della Galleria degli Uffizi e nella sala della Tribuna. In età barocca la vicenda umana di Ercole perse il suo significato simbolico per servire soprattutto da spunto per manufatti artistici spettacolari e immaginifiche scenografie teatrali destinate al diletto della corte e dell’aristocrazia fiorentina.

 


Contatore visite gratuito